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Apple Mail Privacy Protection

Apple ha annunciato una nuova funzione per la privacy dei suoi utenti: Apple Mail Privacy Protection, funzione che distorcerà la misurazione del tasso di apertura sull’applicazione per la gestione della mail marchiata Apple: Mail.

Questa novità fa parte dell’aggiornamento iOS 15 e del sistema operativo Mac OS Monterey, disponibili dallo scorso 20 settembre.

Che cosa cambia?

Gli utenti che utilizzano Apple Mail ora hanno la possibilità di abilitare una nuova funzionalità chiamata Mail Privacy Protection, che limiterà la capacità da parte dei marketers di determinare con precisione:

  • Se o quando è stata aperta un’email
  • Dove si trova il contatto quando apre l’email
  • Il tipo di dispositivo e client utilizzato dal contatto

Questo cambiamento influenzerà il modo in cui gli esperti di marketing misureranno il successo delle campagne email e il modo in cui verranno coinvolti i contatti.

Le cose che rimangono invariate anche con questo cambiamento sono:

  • Le email continueranno a essere consegnate a tutti i contatti nel database, anche a chi utilizza Mail di Apple;
  • Il coinvolgimento all’interno di un’email, parliamo dell’attività di click e percentuale di click, verrà registrata per tutti.

Come funziona l’open tracking oggi e come cambia con Apple Mail Privacy Protection

Attualmente, con il monitoraggio abilitato, tutti i servizi di newsletter inseriscono un pixel invisibile in ogni campagna email. Questo pixel (tracciamento) si attiva ogni volta che viene aperta un’email, e il movimento viene registrato e riportato nei dati di analytics.
Le aperture aiutano i servizi di newsletter a cui ci affidiamo a stimare la posizione e il fuso orario di un contatto, a determinare il tipo di dispositivo e il client di posta elettronica utilizzati.

➡️ Se un contatto abilita Apple Mail Privacy Protection, Apple Mail pre-attiverà il pixel invisibile, anche se il contatto non ha effettivamente aperto l’email. Questo significa che l’email marketing non sarà più in grado di contare con precisione le aperture, stimare la posizione o determinare il tipo di dispositivo o client di posta elettronica per questi contatti. Con la protezione della privacy di Apple Mail abilitata, probabilmente tutte le email inviate verranno segnalate come “aperte” indipendentemente dall’attività del contatto, con conseguenti tassi di apertura gonfiati e imprecisi.

La funzione Mail Privacy Protection di Apple si applica per il momento solo agli utenti di Apple Mail e non ad altre app.

In che modo questo influirà sul modo di fare email marketing?

  • I rapporti sulle campagne mostreranno numeri distorti per le aperture, una percentuale di “click per apertura” inferiore e rapporti di geo localizzazione e client di posta elettronica potenzialmente imprecisi per tutti i contatti che abiliteranno la funzione di protezione della privacy della posta.
  • Poiché gli indirizzi IP verranno oscurati per i contatti che attivano la protezione della privacy della posta, potremmo notare un minor numero di contatti nei segmenti mirati a una geo localizzazione specifica.
  • Il re-indirizzamento ai non-openers non verrà consegnato ai contatti che optano per la funzione Apple Mail Privacy Protection.
  • I risultati degli A/B test basati sul tasso di apertura potrebbero non essere accurati.
  • Eventuali percorsi del cliente (customer journey) o automazioni classiche e automazioni attivate in base alle aperture verranno automaticamente inviate a un pubblico più ampio. Se il trigger, cioè la regola, si basa sull’azione del “non aperto”, verrà conteggiato un pubblico più ristretto.
  • Le valutazioni dei contatti degli utenti di Apple Mail saranno più alte del previsto in base ai tassi di apertura gonfiati.

Sebbene le aperture segnalate dagli utenti di Apple Mail possano gonfiare i tassi di apertura complessivi, saremo comunque in grado di vedere altri dati utili dalle campagne email. I click all’interno dell’email e gli acquisti sono segnali di coinvolgimento più forti delle aperture della semplice email.

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Apple Mail Privacy Protection: come vivere felici

Ecco alcuni passaggi per convivere con Apple Mail Privacy Protection senza mangiarci il fegato:

  1. Capiamo l’entità dell’impatto. Per avere un’idea del potenziale impatto sui tassi di apertura, possiamo controllare quanti contatti nel database utilizzano Apple Mail. Maggiore è la percentuale degli utenti che utilizza l’app, più è probabile che vedremo tassi di apertura gonfiati come risultato.
  2. Cambiamo il modo in cui misurare il successo delle campagne email. Concentriamoci sui click come parte della strategia di email marketing. Monitoriamo i rimbalzi, le cancellazioni e le conversioni. Se il sevizio di newsletter è collegato ad un negozio di e-commerce, pensa di considerare anche i dati di acquisto come metrica.
  3. Monitoriamo la copertura. Sia la valutazione dei contatti che il coinvolgimento nell’email marketing si basano sulle aperture, che possono produrre risultati fuorvianti.
  4. Raccogliamo informazioni sulla posizione utilizzando strumenti aggiuntivi. Per popolare i campi di pubblico con dati della città o del codice postale, prendiamo in considerazione l’utilizzo di un sondaggio o un modulo per chiedere direttamente ai contatti dove si trovano.
  5. Rivediamo i segmenti. Se abbiamo definito una segmentazione dei contatti in base alle aperture, alla valutazione dei contatti, al client di posta elettronica, alla posizione o al coinvolgimento nell’email marketing, valutiamo se ci sono altri parametri più appropriati.
  6. Aggiorniamo i percorsi dell’utente (customer journey) attivi o le automazioni classiche. Se il nostro trigger (regola) si basa sulle aperture, valutiamo la possibilità di rivederlo per includere criteri di coinvolgimento più forti come click all’interno dell’email o acquisti se si ha un e-commerce.
  7. Utilizziamo criteri diversi quando inviamo “di nuovo” una campagna. Poiché tutte le email agli utenti di Apple Mail potrebbero sembrare aperte, il re-invio a “non hanno aperto” potrebbe non raggiungere tutti i contatti desiderati. Quando inviamo di nuovo la campagna, consideriamo l’invio a “non ha fatto click”.
  8. Aggiorniamo gli A/B test. Se stiamo eseguendo A/B test basati sul tasso di apertura, i risultati, come abbiamo detto, potrebbero non essere accurati. Consideriamo l’utilizzo delle percentuali di click.
  9. Utilizziamo un metodo diverso per identificare il client di posta elettronica di un contatto. I dati sul client di posta elettronica usato può essere fuorviante se basato esclusivamente sulle aperture, basiamoci sui dati dei click.

La nuova funzionalità Mail Privacy Protection di Apple darà del filo da torcere ai marketers e a chi usa l’email marketing come via di comunicazione con clienti e potenziali tali ma, non tutto viene per nuocere!

Avendo dei paletti in più in termini di archiviazione dei dati, sarà sicuramente interessante sviluppare nuovi metodi per interagire con gli utenti chiedendo informazioni.

➡️ Prima di attivare le tue campagne di email marketing, controlla di avere la strategia giusta. Contattaci tramite il form qui sotto o al numero 0438 1675627 per prenotare una consulenza personalizzata per il tuo business.

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