Branding, Marketing

I Brand ai tempi del Covid19

Una domanda in calo ed un pubblico in aumento: in un periodo come questo, in cui una pandemia mondiale ci ha tenuti a casa davanti agli schermi, è interessante vedere come i brand affrontano la situazione ai tempi del Covid19

Un quarto delle aziende perdono l’opportunità di posizionarsi positivamente e non investono in pubblicità. Un esempio lampante: il marchio di birra messicano Corona, già in perdita a causa del suo nome, non propone nessuna risposta alla crisi. 

Ma è decisamente il momento di continuare a comunicare, col rischio di vedere il marchio indebolirsi. Come diceva Henry Ford, una persona che smette di fare pubblicità per non spendere è come una persona che ferma l’orologio per risparmiare tempo.

In una pubblicità, più forte è la reazione emotiva, più lo spettatore memorizza il marchio, il suo prodotto, il suo logo, ecc. Ecco perché si scommette su messaggi di gioia, conforto, benessere, supporto emotivo e sociale, sull’empatia quindi.

Ultima per esempio, il marchio specializzato in alimenti per cani e gatti, ha adattato la sua campagna “Condividi una vita migliore” al periodo di lockdown con un messaggio originale: “Grazie ai nostri cani e gatti, perché con loro, i giorni a casa sono migliori”.

La pubblicità del gruppo Fiat Chrysler Automobile mette in secondo piano le automobili, valorizzando l’umano. La casa automobilistica chiede solidarietà, perseveranza e distanziamento sociale.

Mercedes ci dice “Grazie di stare lontani“. Volkswagen ha modificato il suo logo separando la “V” e la “W”, così pure gli anelli del marchio Audi si allontanano l’uno dall’altro per ricordarci il distanziamento sociale. Anche McDonald’s sceglie di agire graficamente: le gambe della sua M maiuscola sono separate.

Spot Mercedes-Benz
Spot Volkswagen
Spot Audi

Il brand Dove Canada del gruppo Unilever, famoso per la sua campagna sulla bellezza non standard, mostra i visi stanchi e rovinati dalle maschere degli operatori sanitari, con lo slogan “Il coraggio è bello”, implicando quindi una nuova versione della bellezza.

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Ikea Spagna invece lancia una campagna televisiva per invitarci a rimanere in casa, crea un catalogo per tenere occupati i bambini e rivela la ricetta delle sue famose polpette.

Altri marchi hanno deciso di giocare completamente la carta della solidarietà. É il caso della Coca-Cola, che ha sospeso tutte le sue campagne pubblicitarie durante la crisi sanitaria e che ha speso 120 milioni di dollari, normalmente assegnati ai budget pubblicitari, per aiutare le popolazioni colpite da Covid-19: “Stare separati è il modo migliore per rimanere uniti“.

Con una domanda pubblicitaria sicuramente ai minimi storici, ma con l’audience ai suoi massimi, il nuovo marketing post pandemia saprà quindi molto intelligentemente soddisfare i nuovi bisogni del consumatore: egli vuole una prova da parte del brand, che deve dimostrare di saper proporre soluzioni o supporto morale in ogni frangente.

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